martedì 20 gennaio 2009
Lo Storace nero (Liquidambar orientalis)
Lo storace è utile come diuretico, espettorante, e per le sue proprietà antibatteriche può essere usato anche per curare il mal di gola. Il suo profumo intenso non è adatto alle donne in gravidanza o durante l’allattamento; deve essere usato con precauzione con i bambini.
La crema per il corpo profumata allo storace nero, spalmata generosamente prima di andare a dormire, potenzia al massimo le capacità onoriche…perciò se avete le idee confuse e volete regalarvi sogni ad alta velocità per riordinare quelle mille idee confuse che avete avuto durante il giorno…provatela :-)
Luna
giovedì 15 gennaio 2009
L'Acetosa
INFUSO DEPURATIVO: infuso di 30 g di radici per 1 l d'acqua.
Si raccoglie la pianta all’inizio della fioritura in maggio-giugno recidendola, con un coltello o con le forbici, qualche centimetro più in alto del colletto.I fusti raccolti si riuniscono in mazzetti e si pongono ad essiccare in luogo aerato. Quando la pianta è secca si taglia in pezzi di 5-10 cm e si conserva in sacchetti di carta.
In passato questa pianta era usata prevalentemente contro lo scorbuto, ma l’alimentazione odiera, più ricca e bilanciata, ha eliminato questa malattia, limitando l’utilizzazione dell’Acetosa alle sue proprietà diuretiche e leggermente lassative.
L’Acetosa è particolarmente ricca di ossalati per cui se ne consiglia un uso moderato soprattutto a chi soffre di disturbi gastrici ed intestinali; è sconsigliata ai malati di fegato ed alle persone affette da calcolosi epatica e renale.
LA CALENDULA (Calendula Officinalis)
NOMI DIALETTALI: E’ conosciuta anche come "Fiorrancio", o fiore di ogni mese, ma sono diversi i nomi con cui viene identificata nel nostro paese: fiorrancio, calandria, calta, calendola, garofano di Spagna, in francese è "souci" (voce di probabile derivazione dal latino medievale "solsequium" cioè che segue il sole). In tedesco "Ringelblume", per gli spagnoli è "yerba centella" mentre gli inglesi la chiamano "marigold" (il perché è indicato nel paragrafo delle credenze e aneddoti).
CURIOSITA’ – CREDENZE - ANEDDOTI: Secondo i Greci, i suoi semi a forma di mezzaluna rappresentavano le lacrime di Afrodite per la perdita del suo Adone.
Il nome Calendula potrebbe derivare dal latino calendae ovvero "giorno" ed allude al succedersi perpetuo del tempo. Secondo altri, deriverebbe dal greco kàlathos che significa coppa o cesta, alludendo alla forma del fiore. Come tutti i fiori gialli o arancioni, è sempre stata associata al sole.
COLTIVAZIONE: pianta annuale o biennale, appartenente alla famiglia delle Composite, deriva dall'antica Calendula arvensis L., presente allo stato spontaneo in tutta la zona del mediterraneo, da dove è stata esportata sia in Europa e in Asia, sia nelle Americhe. Il genere Calenduleae si dice composto da una quindicina di tipi, in realtà vanno interpretati come varietà dell'unica specie attualmente riconosciuta.
Pianta rustica o semirustica, è coltivata in diverse varietà orticole e dall'industria floreale, alimentando un grosso commercio di fiori recisi.
Appaiono da aprile a novembre, e anche oltre, i fiori giallo arancio, profumati, che si chiudono al calare della luce. Essi contengono molti benefici principi attivi e vanno raccolti preferibilmente nelle prime ore del mattino.
HABITAT:
La zona di coltivazione della vite é la stessa ove si trova con facilità anche la calendula selvatica.
Non vi sono difficoltà; è possibile la coltivazione in vaso. I fiori durano a lungo dopo la raccolta Gradiscono posizione soleggiata, terreno ricco e soffice.
La moltiplicazione avviene con il seme. Nelle Regioni meridionali e in Liguria si semina d'estate trapiantando o diradando le piantine in settembre-ottobre per la fioritura in novembre, che con opportuni ripari prosegue per tutto l'inverno, dando fiori più grandi rispetto alle fioriture estive portate dalle piante ottenute nelle zone a clima rigido, con la semina primaverile.
I semi sono posti sotto la corolla del fiore aranciato ed hanno una forma a falce, quando il fiore appassisce e si secca divengono facilmente visibili. La loro forma gli permette, cadendo e venendo bagnati dalla pioggia, di rimanere parzialmente interrati con una punta rivolta verso l'esterno. I semi hanno, verso il lato esterno della falce, una doppia fila di protuberanze che si allontanano quando l'acqua e il caldo permettono al germoglio di cominciare a crescere, a quel punto il seme si apre proprio in corrispondenza di questa incernieratura.
In appartamento conviene gettare i semi, che possono essere prelevati direttamente dai fiori, eventualmente acquistati in erboristeria, su un vaso riempito di terriccio, successivamente coprirli con uno strato di circa 1cm di ulteriore terriccio e bagnare abbondantemente. Preferiscono zone soleggiate, per questo conviene, se possibile, lasciare i vasi esposti verso sud in maniera da garantire sole tutto il giorno. Le piantine appena germogliate sono facilmente riconoscibili per le due foglioline allungate, lineari e spesse come quelle dei girasoli.
Di tanto in tanto avviene che, appassito un fiore, se ben irrorato di acqua, questo riesca a generare una nuova pianta ed un nuovo fiore direttamente dai semi ancora attaccati ad esso, creando una pianta cresciuta sopra ad un'altra.
Teme più di ogni altra cosa l'eccesso di umidità che può far sviluppare delle malattie risolvibili con trattamenti a base di zolfo.
Controindicazioni: la pianta non é tossica, ma si raccomanda cautela nella somministrazione nei primi mesi di gravidanza. Controindicata solo in caso di allergia specifica alla pianta o alle Asteraceae.
UTILIZZI DIVERSI: SE NON SIETE PRATICI CONSIGLIO DI ACQUISTARE I PRODOTTI IN ERBORISTERIA SEGUENDO POI SCRUPOLOSAMENTE LE ISTRUZIONI.
Tintura Madre: 20 grammi in 100 ml di alcool di 25º (a macero per 5 giorni/una settimana). Filtrare e conservare in una bottiglietta con contagocce. Assumere un massimo di 40 gocce al giorno. Impiego: Una goccia di tintura madre sulle punture è sufficiente per lenire il fastidio e diminuire il gonfiore. Tuttavia la tintura madre (poiché è a base alcolica) potrebbe bruciare un po’ quando entra a contatto con la pelle. Per evitare ciò si possono anche diluire 4-5 gocce di calendula in un cucchiaino d'acqua bollita lasciata, però, raffreddare e poi applicata con una garza sterile sulla puntura per almento 10 minuti.
Sciacqui e gargarismi per le infiammazioni delle gengive, piorrea e mal di gola. La dose consigliata in questi casi è di 30-40 gocce in mezzo bicchiere d'acqua.
Per i geloni o per le contusioni - Diluire 10 volte con acqua o con alcool di 25º e applicare compresse imbevute sulle parti interessate.
Tintura (Polpa): Per i calli - Applicare sulla parte tenendo a contatto il più possibile.
Decotto:
Buon vermifugo e cura l'itterizia, le ulcere dello stomaco, la scrofola e l'isterismo. DOSI: 2-3 foglie secche per una tazza d'acqua da bere durante il giorno.
Il decotto prodotto con circa 50g di fiori essiccati per litro d'acqua, è consigliato contro l'ulcera gastrica; ha inoltre effetti sudoripari e preventivo/attenuanti dei dolori mestruali.
Decotto: 6 grammi in 100 ml di acqua. fare lavaggi, sciacqui boccali, applicare compresse per 30 minuti sulle parti interessate.
Decotto: portare a bollore un litro d'acqua, aggiungere 30 g di fiori e foglie, bollire per un quarto d'ora, filtrare e usare a secondo delle necessità.
Olio di Calendula. I fiori secchi, lasciati in sospensione all'interno di una bottiglia di olio d'oliva (50g per mezzo litro) consentono di ottenere un olio da uso esterno risolutivo per bruciature e ustioni. Grazie alle sue proprietà disinfettanti e di contrasto alle infiamamzioni viene utilizzata in esterno per impacchi e spesso sfruttata come ingrediente per i detergenti intimi. I fiori (o le sommità fiorite e le foglie): Per pelli e mucose fortemente arrossate, con vasi dilatati, per scottature (comprese quelle solari). Olio (Ricetta 2): macerare 75 g di fiori freschi in un bicchiere d'olio per venti giorni. Scuotere giornalmente il barattolo, che sarà a chiusura ermetica, filtrare spremendo bene i fiori e conservare in una boccetta di vetro scuro. Assicuratevi sempre che sia di calendula e non di tagete, che è pericoloso.
Infuso di fiori: 1 grammi in 100 ml di acqua. Una tazzina o una tazza al giorno. Per favorire le regole mensili, per attenuare i dolori addominali. (Infuso di fiori 2): un cucchiaino di fiori ogni tazza di acqua bollente, lasciare in infusione una decina di minuti, filtrare. Una tazza d'infuso di calendula prima dei pasti iniziando una settimana prima del ciclo, 30 gocce di tintura al giorno durante il ciclo.
Cataplasmi o compresse: applicare sulle zone interessate alcune foglie fresche sminuzzate, coprire con garza sterile e lasciare agire per una mezz'ora.
Gel oculare calmante: per calmare gli occhi stanchi, arrossati e infiammati, preparare un decotto concentrato con un cucchiaino di fiori di calendula, uno di fiori di camomilla, uno di fiordaliso e uno di malva. Riscaldare sei cucchiai del decotto preparato con 2 cucchiai di acqua di amamelide e disciogliervi un pizzico di borace e uno di agar agar. Fare raffreddare e conservare in frigorifero in un barattolo con tappo a vite. Applicare sulla zona perioculare la sera prima di coricarsi.Oppure: bagnare 2 pezzi di cotone idrofilo in un infuso leggero, applicare sugli occhi e tenere una ventina di minuti in perfetta immobilità.
IN CUCINA: Le foglie delle calendule si possono aggiungere alle insalate o ale minestre; i petali freschi vengono usati per aromatizzare il pesce e per guarnire.
I petali essiccati servono a preparare un aceto aromatico: una manciata di petali basta per mezzo litro d'aceto bianco o rosso, dopo 40 giorni di macerazione (in un vaso a chiusura ermetica) si filtra il tutto e si imbottiglia.
Una manciata di fiori infusi nell'acqua molto calda del bagno (oppure il decotto) esercita un effetto addolcente, decongestionante, idratante. Le mani screpolate traggono giovamento dall'immersine, per 10 minuti, nel decotto.
Influenza e raffreddore, quando serve un'azione antinfiammatoria: una tazza d'infuso prima di coricarsi, dolcificare con un cucchiaino di miele d'acacia.
Cattiva digestione, stimolare la secrezione biliare, infezioni gastrointestinali, dolori viscerali: 2 tazze di decotto al giorno e 10 gocce di tintura.
Ascessi freddi, vene varicose, calli, verruche, geloni, contusioni, piaghe in genere, da decubito: applicare sulle parti interessate le foglie fresche sminuzzate o compresse preparate con il decotto o la tintura di calendula.
Bagno decongestionante e idratante: preparare un sacchetto di tela fine pieno di fiori e foglie secche, appenderlo sotto il getto dell'acqua calda, usarlo per massaggiare il corpo quando è insaponato, magari con un sapone a base di calendula. Oppure: preparare un decotto ristretto di fiori di calendula e versarlo nell'acqua del bagno, spremendo bene i fiori. Oppure: versare nell'acqua del bagno un cucchiaio abbondante di olio di calendula e 6 gocce di olio essenziale.
Rinforzante per capelli: unire 5 gocce di olio essenziale di calendula a un bicchierino di olio di mandorle, intiepidire a bagnomaria e frizionare bene il cuoi capelluto e i capelli. Avvolgere la testa in un foglio di alluminio e coprire con un asciugamano bagnato in acqua bollente e strizzato, ripetendo l'operazione quando si è raffreddato. Tenere per una mezz'ora, lavare la testa con shampoo neutro.
Tintura rossa per capelli: preparare un decotto concentrato con fiori di calendula, frizionare i capelli, radice compresa, avvolgere la testa in pellicola per alimenti e in un asciugamano bagnato in acqua calda, procedendo come per l'indicazione precedente. Dopo 20 minuti lavare la testa. Ripetendo spesso l'operazione, il colore diventa più intenso.
Crema nutriente per pelli ruvide e secche: aggiungere 6 gocce di olio essenziale alla quantità di crema abituale che si usa per massaggiare il corpo dopo il bagno o la doccia. Per il viso aggiungere 3 gocce di olio essenziale alla dose di crema notturna abituale. L'uso quotidiano dell'olio essenziale di calendula può contribuire a ridurre vecchie cicatrici, in caso di ulcerazioni e di vene varicose.
Suffumigi antirughe e rassodanti: in una bacinella di acqua bollente aggiungere 6 gocce di olio essenziale di calendula e procedere normalmente.
Pelle arrossata o dermatiti, eczemi: massaggiare delicatamente la parte con olio di calendula
In più i fiori aggiunti ai risotti diventano un surrogato dello zafferano, di cui non ha comunque il sapore, colorano piacevolmente i budini di riso. Possono essere usati in frittate, salse per pesci o carne. Freschi o secchi, i petali, possono essere aggiunti al burro, a formaggi molli o yogurt, cui conferiscono un bel colore giallo.
LINGUAGGIO DEI FIORI: considerato una pianta ben augurale significa " La concordia degli spiriti è il bene più prezioso."
Mandragora
mercoledì 14 gennaio 2009
OSSIDIANA NERA
A livello fisico è ottima per combattere Blocchi mentali; Infezioni virali; Infiammazioni; infiammazione dei muscoli; spossatezza. Se usata con costanza, attenua i dolori, riduce la tensione, scioglie i blocchi emotivi. Accellera la guarigione delle ferite bloccando la perdita del sangue e soprattutto stimolando la rigenerazione dei tessuti. Nell'uomo agisce bene sulla prostrata. Agisce a livello intestinale sbloccando eventuali ristagni, favorendo una corretta funzionalità del colon e ripristinando la flora batterica.
La Mandragora
Essa dona il sonno ristoratore, ma provoca anche la pazzia, uccide spietatamente, ma è anche un rimedio contro il veleno dei serpenti, è un anestetico potente che permette le più delicate operazioni chirurgiche, ma causa anche spaventose allucinazioni. E' in definitiva una vera e propria bilancia sospesa fra incertezza ed ambiguità.
Pianta delle Streghe per eccellenza: poiché è chiaramente legata alla morte, veniva estratta dal terreno con tutte le cautele ed attraverso particolari riti. I testi di botanica magica sembrano attribuire alla mandragora soprattutto un'influenza da parte di Mercurio. Altre fonti parlano invece del martedì come giorno favorevole alla raccolta, il che indicherebbe piuttosto un collegamento con Marte: peraltro non provato. La forma della radice simile al corpo umano completo di genitali ha fatto si che la mandragora venisse considerata afrodisiaca. Questa pianta si dice guarisca l'epilessia, il "mal di luna", si ritiene scacci i demoni … è anche conosciuta come mano di gloria, radice del diavolo, Erba di Circe… Insomma dietro questa piccola piantina ci sono una serie di tradizioni e dicerie, più o meno fondate, che vale proprio la pena di scorpire...
Le loro radici sono caratterizzate da una peculiare biforcazione che ricorda la figura umana (maschile e femminile); insieme alle proprietà anestetiche della pianta, questo fatto ha probabilmente contribuito a far attribuire alla mandragola poteri sovrannaturali in molte tradizioni popolari: secondo tali credenze la mandragora bianca è maschio; quella nera è la femmina.
COLTIVAZIONE
Ha forma erbacea, acaule (senza fusto), è una pianta perenne con foglie disposte a rosetta basale di forma ovato-oblungata corrugate e glabre che spuntano poco prima della fioritura;
i fiori sono piccoli e violacei e si sviluppano al centro della rosetta, la fioritura va da giungo ad agosto e i frutti consistono in una bacca ovoide rossastra o gialla, lunga fino a tre centimetri. E' una pianta velenosa e a scopo terapeutico viene utilizzata la radice, raccolta in autunno.
Queste piante perdono la parte aerea durante i mesi più freddi dell'anno. Con l'arrivo della primavera ricominciano rapidamente a produrre fusti e foglie. Si coltivi la Mandragora officinarum all'aperto, in un luogo luminoso (luce solare diretta); può sopportare senza problemi temperature minime anche molto rigide, di molti gradi inferiori allo zero.
Le piante perenni sono soggette ad un periodo di alcuni mesi di riposo vegetativo. Durante questi mesi non è necessario annaffiarle.
Negli altri mesi annaffiare solo sporadicamente, circa una volta ogni 1-2 settimane con 2-3 bicchieri d'acqua , lasciando il terreno asciutto per un paio di giorni prima di ripetere l'annaffiatura; evitare gli eccessi, ma cercare di bagnare bene in profondità il terreno.
Si consiglia, in primavera, di aggiungere all'acqua delle annaffiature, un concime specifico per piante da fiore, ogni 20-25 giorni. Possiamo anche mescolare al terreno, nei pressi delle piante, un concime granulare a lenta cessione, la cui azione dura circa 3-4 mesi.
La Mandragora officinarum è di taglia piccola, e può raggiungere i 5 cm di altezza; in primavera assume una colorazione giallo verde. E’ una pianta per giardino roccioso.Nel periodo dell’anno in cui inizia la perdita delle foglie è consigliabile un trattamento preventivo con insetticida ad ampio spettro e con un fungicida sistemico, in modo da prevenire l'attacco da parte degli afidi e lo sviluppo di malattie fungine, spesso favorite dal clima fresco e umido. Volendo è possibile coltivare queste piante in vaso. Le indicazioni fornite sono da intendersi per una pianta di dimensioni medie. Si consiglia un substrato caratterizzato da un ottimo drenaggio.
MITOLOGIA E LEGGENDE e… MAGIA
La mandragora costituì uno degli ingredienti principali per la maggior parte delle pozioni mitologiche e leggendarie.
Innanzitutto il nome, probabilmente di derivazione persiana (mehregiah), le è stato assegnato dal medico greco Ippocrate.
In secondo luogo le venivano accreditate potenti virtù afrodisiache ed era utilizzata addirittura per curare la sterilità.
È raffigurata in alcuni testi di alchimia con le sembianze di un uomo o un bambino: da ciò ne deriva la leggenda che il suo pianto sia in grado di uccidere un uomo. Veniva considerata una creatura a metà del regno vegetale ed animale, come il meno noto agnello vegetale di Tartaria.
Nel 1615, in alcuni trattati sulla licantropia, tra i quali quello di Njanaud, appariva l'informazione dell'uso di un magico unguento a base di mandragora che permetteva la trasformazione in animali.
Secondo le credenze popolari, le sue piante nascevano dallo sperma o dall'urina degli impiccati in punto di morte.
La mandragora può essere anche ricondotta ad alcune usanze Voodoo nelle quali era utilizzata come surrogato delle più famose e conosciute bambole di cera.
In questo specifico caso infatti, il cerchio preserva chi è fuori, piuttosto che non chi è dentro. I cerchi vanno tracciati con una spada di ferro, dove, il ferro incarna gli aspetti oscuri della pianta. Poi deve essere smossa la terra intorno alla radice.
PROPRIETA' ERBORISTICHE
Del Perchè di questo blog...
Il blog dunque conterrà principalmente appunti, documenti scovati chissà su che libro o in che anfratto del web, testi più o meno astrusi.. tutte notizie tratte da svariate fonti che ci colpiranno per il loro interesse, la loro utilità o semplicemente per la loro stranezza; tutti gli articoli tratti da altri blog interessanti verranno segnalati e verrà altresì pubblicata anche la fonte…
Ma… Perché “Luna e la Mandragora”!?