giovedì 15 gennaio 2009

L'Acetosa


... Una pianta semplice, selvatica, che chiunque di Voi avrà senz'altro visto sia che abitiate in una città trafficata, sia che ve ne stiate tranquilli in un paesino sperduto..
E' una delle piante che appartengono alla mia infanzia. La Nonna mi insegnava a conoscere le erbe che utilizzavamo di più in casa.. e questa era una di quelle che facilmente individuavo e raccoglievo da sola, senza troppi patemi... Amavo masticare il suo stelo mentre sotto il sole cocente del pomeriggio estivo mi dedicavo alla raccolta. Era quel sapore acidulo che mi dissetava ad attirarmi ...

Il suo nome è Acetosa (Rumex acetosa) ma viene anche definita, Erba brusca, Soleggiola, Ossalida.
E' una pianta perenne, erbacea, con sottile rizoma orizzontale, fusti eretti, scanalati, arrossati in basso, fogliosi fin sotto l’infiorescenza, ramosi all'infiorescenza. Altezza 40-110 cm. Le foglie basali picciolate, picciolo 1,5 volte la lamina che è larga 2-3x5-7 cm, ovvero 2-3 volte più lunga che larga, strette, con base astata; le cauline superiormente sessili, con lobi divergenti, acuti o arrotondati, diretti verso il basso ma non amplessicauli.L’infiorescenza è compatta, costituita da piccoli fiori dal perianzio verde formato da 6 elementi di cui i 4 esterni rotondo-ovoidali, con escrescenze dure, rotonde o tetragonali. I sepali interni si arrotolano al momento della fruttificazione. I futti sono acheni neri e lucenti, protetti da tepali persistenti che assumono colore rosso ruggine. Antesi: Maggio – Agosto (Zone fredde e temperato-fredde dell'Europa, Asia e Nordamerica).
In Italia è comune in tutto il territorio e la si trova in prati fertili e concimati, lungo i fossati e nei pascoli, predilige terreno argilloso e ricco.
La specie simile Rumex thyrsiflorus Fingerh, è segnalata solo in alcune località del Piemonte, e si distingue per le foglie più strette e lunghe e per l’infiorescenza maggiormente ramificata.
L'etimologia del suo nome deriva dal latino “rumex” = ”asta, lancia”, in riferimento alla forma appuntita delle foglie di molte specie. Non ha consistenza la presunta derivazione da “rumen” riferita alla pratica che i Latini avevano di masticare le foglie della pianta. Il nome specifico si riferisce al sapore acidulo delle foglie.

Proprietà ed utilizzi: Erba acida, antiscorbutica, astringente, rinfrescante, depurativa, diuretica, lassativa, febbrifuga. La pianta contiene vitamina C, ossalato di potassio e acido ossalico, ferro. La maggior parte delle specie di Rumex, contiene ossalati simili a quelli dello spinacio e del rabarbaro, queste sostanze in eccesso sono velenose. Qundo si trova nel foraggio fresco, in dosi eccessive, può causare distrubi digestivi, specialmente ai cavalli e alle pecore. In passato i bimbi che abitavano in campagna, staccavano le cime del Romice per masticarle e per gustarne il succo leggermente acidulo (ed io ero una di quei bimbi.. ma il passato non è cosi.. PASSATO!!).
Impiegata, grazie alle proprietà depurative e drenanti, nella cura delle malattie cutanee, quali l'acne, le pelli grasse e le punture degli insetti, in caso di eccessiva sudorazione e alitosi.
Le foglie fresche, sminuzzate e applicate sul viso, hanno effetto astringente sui pori dilatati.
In cucina le foglie giovani e fresche, possono essere impiegate per insaporire insalate, salse, minestre, formaggi molli, frittate.
Ridotte a purèe, possono essere impiegate nella preparazione di salse, da accompagnare a pollame e pesce.
Il succo può essere efficacemente impiegato per togliere la ruggine, la muffa e le macchie d’inchiostro su tessuti di lino, lana, argento e vimini.
Ottime per la preparazione di frittate.

INFUSO DEPURATIVO: infuso di 30 g di radici per 1 l d'acqua.

DECOTTO PER acne, le pelli grasse e la puntura di insetti: 15 g di foglie fresche per 1 l d'acqua, e bevendone due tazze al giorno sempre lontano dai pasti. Con le foglie decotte si prepara un cataplasma utile per curare gli ascessi.

PEDILUVIO: per favorire la circolazione e il decongestionamento con 50 g per 2 l d'acqua poi uniti all'acqua del pediluvio.

Proibita a quanti soffrono di calcoli, artrite, gotta, reumatismi,iperacidità. In caso di elevata ingestione di foglie crude sono stati riscontrati avvelenamenti con lesioni renali in bambini. Incompatibilità con le acque minerali e con i contenitori in rame.

Tempo di Raccolta e Conservazione
Si raccoglie la pianta all’inizio della fioritura in maggio-giugno recidendola, con un coltello o con le forbici, qualche centimetro più in alto del colletto.I fusti raccolti si riuniscono in mazzetti e si pongono ad essiccare in luogo aerato. Quando la pianta è secca si taglia in pezzi di 5-10 cm e si conserva in sacchetti di carta.
In passato questa pianta era usata prevalentemente contro lo scorbuto, ma l’alimentazione odiera, più ricca e bilanciata, ha eliminato questa malattia, limitando l’utilizzazione dell’Acetosa alle sue proprietà diuretiche e leggermente lassative.
L’Acetosa è particolarmente ricca di ossalati per cui se ne consiglia un uso moderato soprattutto a chi soffre di disturbi gastrici ed intestinali; è sconsigliata ai malati di fegato ed alle persone affette da calcolosi epatica e renale.
Mandragola

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